I pizzoccheri e il Giro d’Italia 2017 con AIFB

Il 2017 è l’anno che vede il 100° compleanno del Giro d’Italia e AIFB , l’Associazione Italiana Food Blogger, vuole festeggiare insieme a tutti questo evento, seguendo le tappe del Giro con la cucina di tradizione, con piatti confortevoli, appaganti, che nutrono e fanno recuperare le energie dopo sforzi immani come fanno questi atleti.

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Oggi, 23 maggio la carovana rosa a due ruote passerà da Bormio per poi ripartire da Tirano domani e via così, a fare salite pazzesche, e io che in alta valle mi ci sono trasferita da poco non potevo certo esimermi da fare una ricetta tipica proprio di questa nostra meravigliosa montagna, impervia da scalare in bicicletta, ma ricca di sapori e colori.

Debbo essere sincera, mi son segnata le date per neppure uscire di casa in quei giorni, pur abitando ben più in alta quota, ma io e ciclisti diciamocelo, non andiamo molto d’accordo, ma un confronto sono i maleducati che pensano di poter ovviare al codice della strada solo perché vanno in giro in calzamaglia e scarpini e tutt’altro sono questi sportivi che invidio parecchio, soprattutto per il fiato e la costanza 😉 ma come  fanno a fare quelle tirate in salita? Mah… meglio che io rimanga in cucina va là… molto meglio!

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E cosa c’è di più confortevole di un buon piatto di pizzoccheri fumanti? Il grano saraceno nutre, ma non appesantisce il nostro sistema digerente…il formaggio di montagna da energia, la verdura è fondamentale per il nostro benessere. Tutto nell’insieme, il Pizzocchero della Valtellina, non è certo un piatto leggero, ma insomma, una volta ogni tanto è bello concederselo e dopo una tappa intensa come quella con le scalate montuose penso che proprio tutti se li possano permettere.

A differenza della ricetta originale dell’Accademia del Pizzochero di Teglio, ve li propongo alla livignasca, praticamente identici, differiscono solo nel fatto che al posto delle verze si usano le coste, rigorosamente raccolte nell’orto di casa. Dato il periodo le mie sono surgelate dell’estate scorsa, ma fra qualche giorno si provvede a fare il nuovo orto, e fare scorta per il prossimo inverno…qui la neve si è sciolta solo settimana scorsa 😉

Anche la ricetta originale prevede la sostituzione delle verze quando non sono di stagione, perché, ammettiamolo, da queste parti, i pizzoccheri si fanno sempre 😉

Ingredienti per 4 persone:

  • 400 g di farina di grano saraceno
  • 100 g di farina bianca
  • 300 g di coste
  • 250 g di patate
  • 200 g di burro (si può sostituire con olio o ridurre la quantità)
  • 250 g di formaggio Valtellina Casera Dop
  • 150 g di grana da grattugia
  • 1 spicchio d’aglio
  • sale e pepe
  • acqua q.b.
  • cipolla (ma non è indispensabile)

E’ una pasta da fare rigorosamente a mano.

In una ciotola mescolare le due farine, unire un cucchiaio scarso di sale e l’acqua quanto basta fino ad ottenere un impasto compatto e ben amalgamato. Impastare per 5/10 minuti finché non otterrete un panetto liscio e sodo. Lasciarlo riposare per almeno mezz’ora coperto con una pellicola in modo che non asciughi.

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Munirsi di mattarello e stendere l’impasto fino ad ottenere una sfoglia spessa 2-3 mm. Tagliare la sfoglia in fasce, per il lato lungo, da 7-8 cm di larghezza e sovrapporle. Tagliare per il senso della larghezza delle tagliatelle di circa 5/8 mm di spessore a secondo dei gusti .

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Nel frattempo che la pasta asciuga un poco, mettere a bollire in abbondante acqua salata le coste e le patate pelate e tagliate a tocchetti.

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Dopo circa 5 minuti dal bollore, unire la pasta e proseguire la cottura per una decina di minuti.

Vi consiglio di assaggiare perché a secondo del tipo di macinatura del grano saraceno, più o meno fine, la pasta può faticare a cuocere. Una volta giunta a cottura al dente, raccogliere pasta e verdure e distribuirne un primo strato in una teglia da forno o in un tegame di rame, cospargere un po di grana, il casera a tocchetti e proseguire alternando gli ingredienti. A parte fare sciogliere il burro e per chi la ama unire qualche anello di cipolla e portarlo a doratura nel burro. Irrorare con questo intingolo i pizzoccheri, mescolare bene e servire ben caldi.

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Un piatto così ricco richiede un buon bicchiere di vino locale che anche chi è praticamente astemio come me non può esimersi dal bere. Gli abbinamenti classici sono con i vini autoctoni della Valtellina che derivano tutti da un vitigno: il Nebbiolo che in Valtellina viene chiamato Chiavennasca.

Buon appetito e buon Giro d’Italia a tutti 🙂

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