Finalmente ho più tempo e quindi voglio tornare a fare tutte quelle cose che sono anni che ho abbandonato perché il tempo è sempre stato tiranno. Per l’Epifania voglio fare gli omini di pasta di pane dolci che hanno accompagnato la mia infanzia… per curiosità, sono andata a fare una ricerca su internet perché, come al solito, nella mia famiglia non si ha mai avuto l’abitudine di valorizzare una tradizione, quindi questi omini di pane io li ho sempre mangiati, ma non ho mai saputo da dove derivasse la cosa.
Quindi ho cercato di porre rimedio a questa lacuna… e cosa vado a scoprire? Che il Grittibaenz (questo è uno dei tanti nomi originari) non è una tradizione del nostro lago (ramo di Lecco)…e no…. nasce in Svizzera e non per l’Epifania, bensì per San Niccolò o San Nicola, che si festeggia il 6 Dicembre…
In Svizzera è il 6 di dicembre il giorno in cui ai bimbi vengono regalati dolcetti di ogni genere… e se quel giorno è San Niccolò a portare i doni, la Befana cosa c’entra??? Semplice: la Befana aiuta San Niccolò a portare mandarini, frutta secca, torroncini e cioccolata… il 6…di dicembre… e il 6 gennaio che fa? Mah…da noi fa un secondo giro molto probabilmente …ahahahahah….
Tra l’altro, ho scoperto anche un’altra cosa interessante, qui in alta valle, la tradizione vuole che il giorno dell’Epifania a Livigno ci si saluti dicendo: “Bondì Ghibinet” e che i bambini vadano di casa in casa con le slitte (se c’è neve) o con i loro delicati piedini (!!!) in cerca di dolcetti e regalini…anche in maniera abbastanza irruenta… per fortuna che scendo a Milano quel giorno…ihihihih…peggio della Befana sono…
Si tratta di un’usanza per simboleggiare l’arrivo dei Re Magi che portavano i doni a Gesù Bambino, diffusa in tutta la Valtellina. Probabilmente, la parola Ghibinet è una storpiatura del tedesco “Gaben-nacht”, che significa “notte dei doni”…quello che fa più ridere? E’ che molti storpiano la parola Ghibinet in Gabinet… e quindi quando mi è stato detto cosa fanno i bambini quel giorno, non vi dico cosa è venuto in mente a me… ihihihihhiihhihihi…già a Natale NON mi sento assolutamente più buona….figuratevi per la Befana…. tsé….
Però il pane fatto in casa, a lunghissima lievitazione, leggermente dolce e condito, è una gran bontà… fare questa specie di pan brioche è una soddisfazione… sia perché l’impasto è liscio e vellutato al tatto, sia poi, mangiandolo.
Per le mie nipotine non ho potuto mettere le uvette, che non amano… e quindi anche per le decorazioni sono andata con mandorle e nocciole… e l’impasto? Liscioooooo… solo aroma di vaniglia e di limone …naturali …naturalmente… 😉
Ecco gli ingredienti per 8 omini di circa 200 g l’uno (da crudi)
- 700 g di farina bianca (io ho usato un mix di farina forte e una 00 a basso indice glicemico)
- 350 g acqua
- 1 cucchiaino di malto d’orzo
- 125 g di yogurt naturale
- 70 g di olio di girasole
- 80 g di zucchero semolato
- scorza di 1 limone
- la punta di un cucchiaino di semi di vaniglia
- 120 g di lievito madre rinfrescato non solido
- 3 uova medie
Occorre, prima di tutto, fare autolisi con acqua e farina e lasciare riposare per circa 2 ore. Poi aggiungere all’impasto tutti gli altri ingredienti lavorandolo molto fino all’icordamento (se utilizzate un impastatore), altrimenti fino a che l’impasto risulterà liscio e si staccherà facilmente dalle mani nonostante sia molto morbido.
Lasciare lievitare a temperatura ambiente per circa 2 ore e poi riporre in frigo protetto con una pellicola per tutta la notte. La mattina fare le prime pieghe a 4 (piegare verso il centro i due lati, ribaltare l’impasto e fare la stessa cosa) e rifarle poi ogni ora per 2 o 3 volte. Lasciare riposare ancora fino a sera a temperatura di circa 18°.
Passato questo tempo cominciare a dividere l’impasto in 8 parti uguali e dare la forma ad omino. Disporre su teglie rivestite da carta da forno e rimettere al fresco per tutta la notte.
Infornare a 180° fino a che non vedrete gli omini gonfi e dorati in superficie.
Per renderli più coloriti, potete spennellare con del latte e zucchero o con del tuorlo d’uovo.
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